Il torrente Orco, del quale ho già accennato in un altro racconto, è stato, per la mia maturazione bisex, un elemento molto importante, direi determinante. Lì ho conosciuto decine, anzi centinaia, di uomini, sposati o impegnati come me, che vanno in quel posto a cercare ciò che in casa non possono avere. Lo frequento da circa 15 anni, quando, di domenica pomeriggio, ho iniziato a frequentarlo, arrivandoci il più delle volte in bici da casa. Ne avevo sentito parlare in giro, sui giornali e sul web, e sapevo che lì si ritrovavano (e ancora si ritrovano…) gay e nudisti di tutto il circondario, in un ambiente naturale molto piacevole ed abbastanza riservato. Non ricordo esattamente cosa è accaduto le prime volte che ci sono andato. Ricordo solo che all’epoca era frequentato molto anche da marchettari, che evitavo, in cerca di clienti. Le prime volte ero un po’ impreparato su tutto e mi limitavo più che altro ad osservare i moltissimi uomini nudi, di tutte le età, che prendevano il sole, ed intuivo alcuni movimenti “strani” di alcuni di loro che si appartavano nella boscaglia. Dopo i primi approcci con il luogo, cercando di non dare troppo nell’occhio a casa, iniziai ad attrezzarmi per i miei scopi. Acquistai quindi dei costumi e dei completi pantaloncini/maglietta, da usare quando andavo lì. Mi procurai un lucchetto per la catena della bici e uno zainetto multiuso. Così, iniziai a frequentare il posto in maniera più adeguata e senza dare troppo nell’occhio. Appena arrivavo sul posto, lasciavo la bici legata ad un albero e mi toglievo tutto o quasi tutto di dosso (a seconda dell’atmosfera che c’era), addentrandomi tra le spiaggette ed il bosco circostante. Lì ho provato per la prima volta l’ebbrezza del nudismo e del passeggiare nudi, cosa che faccio tuttora, anche al netto degli altri reconditi scopi. Le prime volte, appena nudo, o in slip, mi assaliva un’erezione persino imbarazzante; poi ho imparato a controllarmi un po’ di più. Intorno a me incontravo uomini più o meno nudi o seminudi che occhieggiavo con attenzione, attendendo magari un segnale positivo per un approccio. La maggior parte di essi erano palesemente gay e spesso mi ci sono accompagnato, anche se senza troppa soddisfazione, specialmente quelli che “scheccheggiavano”. Ma ho scoperto, anche chiacchierandoci o approcciandoli, che altri invece erano impegnati anche con l’altro sesso e, nel tempo, ho iniziato a preferirli sempre più. Oggi mi capita raramente di accettare un incontro con un gay. Invece, con i bisex, o presunti tali, ne ho combinate di tutti i colori: ogni rapporto ortodosso immaginabile, attivo e passivo, anche orgette di 4 o 5 persone, ponendo l’asticella dei pudori ogni volta un po’ più su, fino a liberarmi del tutto, o quasi, di ogni tabù. E’ stato proprio lì che, vedendo altri bisex farlo con estrema naturalezza, ho accettato, volta per volta, prima l’orale e poi l’anale passivo ed il fatto di farmi venire in bocca, tutte cose che inizialmente ritenevo troppo “femminili” e che, invece, ho scoperto essere tranquillamente praticabili anche nel rapporto uomo a uomo, senza per questo perdere in virilità. La chiave di tutto risiede, secondo me, nel fatto che quegli uomini cercano proprio un altro uomo disposto a fare certe cose, e non un surrogato di una donna. Enumerare o raccontare nel dettaglio tutto quello che mi è successo all’Orco è, praticamente, impossibile. Dalle prime esperienze di “birdwacthing” nei confronti di un gruppo di eterissimi e bellissimi modelli torinesi che venivano all’Orco a prendere il sole nudi e non avevano nessuna intenzione di “consumare” alcunché con la restante “fauna” del luogo al rumeno magrissimo (ma molto determinato) che mi sono fatto (leggasi: inculato) pubblicamente su di una spiaggetta non troppo riservata, con tanti uomini nudi, giovani e meno giovani, che ci passavano accanto senza osare di avvicinarsi, i cui lubrici sguardi alla nostra “cavalcata” mi hanno eccitato moltissimo. Dal “padre di famiglia” che dopo avermi fatto il primo pompino della sua vita era fuori di sé dall’imbarazzo al panzuto ed improbabile tipo che, con una lunga manovra molto astuta, è riuscito, dopo 2 ore di chiacchiere, ad avere ragione della mia verginità anale tra la mia totale incredulità per la mia accondiscendenza. Dal tipo, con il quale non ho fatto niente, che voleva gli dicessi che volevo un figlio da lui al separato con il quale abbiamo irretito un giovane pastorello, spingendolo, eccitato dalle nostre ardite acrobazie nudiste, a masturbarsi, dopo essersi spogliato tutto nudo, sull’altra sponda del torrente. Grazie, Orco !
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